Goodnight tonight.

Stanotte mi sono fatta cullare dalla voce di Paul, con radio di Maccablog. Mi fischiavano le orecchie, a causa della musica che martellava sino a poco prima nelle mie orecchie. Ovviamente musica beatlesosa, una cover band che suona in un locale simile al Cavern. Roba da farsi sanguinare i timpani.
Ed il pensiero di perdere l’udito mi ha spinto a tentare di distogliere la mia attenzione.

Ad ogni modo dopo The end of the end, che non è il massimo dell’allegria, ho sentito risuonare questa durante il dormiveglia. Così tanto per.

 

George Harrison non sarebbe contento di questa reazione. E dire che credevo di avere imparato qualcosa di buono da quel film, di cui parlai poco tempo fa.
Si incazzerebbe di brutto se mi vedesse sfogare vomitando qualsiasi schifezza così, senza filtro. Solo perchè qualcun altro lo fa con me.
Ho imparato quanto sia bello vivere pensando che nulla ti appartiene e che l’attesa della morte è solo l’attesa di un nuovo viaggio. Un viaggio che personalmente penso finisca nel buio, ma comunque un nuovo viaggio.
E’ da giovedì scorso che voglio scrivere questo post, perchè Living in the material world non è solo un docufilm. E’ una specie di opera d’arte. L’opera d’arte di George. George era un dono di cui il mondo non doveva essere privato. Si può dire di pochi, si può dire non solo di uomini. Gandalf Il Grigio ne sapeva qualcosa.
Ho imparato che siamo incompleti sino a che non troviamo la nostra ispirazione.
George ha trovato la sua nella spiritualità, il sitar, i mantra. 
Ed io? Cosa cerco? Cosa cerco che non trovo?
Forse nemmeno m’immagino quel che potrebbe farmi sentire completa.
E quando accadrà ne verrò illuminata oltre che incredibilmente sorpresa? 

Credo che quel film dovrebbe vederlo chiunque. Sì. Anche per comprendere quel che ho pensato io, sere fa: <Se è esistito un uomo tanto meraviglioso, come ci si può accontentare di avere vicino Qualcuno.>
E per capire le ultime frasi di Olivia, la sua seconda moglie. Frasi che mi hanno riempita di gioia, meraviglia e commozione.  Frasi che non avrei saputo dire meglio, ripensando anche al Mio Amore, e che suonano pressappoco così:

“E’ stata una profonda esperienza quando ha lasciato il suo corpo. Era visibile. Non c’era bisogno di luce nella stanza. Se avessi tentato di filmarlo…”

 

Mesiku na nebi hlubokem
Svetlo tvaleko vidi,
Po svete bloudis sirok
Divas se v pribytky lidi.
Mesicku, postuj chvili
Reckni mi, kde je muj mily
Rekni mu, stribmy mesicku,
Me ze jej objima rame,
Aby si alespon chvilicku
Vzpomenul ve sneni na mne
Zasvet mu do daleka
Rekni mu, rekni m kdo tu nan ceka!
mneli duse lidska sni
At’se tou vzpominkou vzbudi!
Mesicku, nezhasni, nezhasni!